giovedì 6 giugno 2013

Pietro Babina e il progetto ECO

Per un'intera settimana, noi ragazzi della IVD del Liceo Pascoli di Bolzano,abbiamo lavorato in un laboratorio e workshop, con Pietro Babina, coinvolgendoci nel progetto E.C.O. (Electronic Cooperation Online), dedicato alla scrittura drammaturgica per il teatro, cinema e audiovisivi, interoperativo e intercreativo online. L'obiettivo di Babina,  è quello di creare una nuova drammaturgia a partire da un uso esteso delle nuove tecnologie e di capire se e in che modo queste possano influenzare, suggerire ed interagire con il mutamento e l'evoluzione dei nuovi concetti drammaturgici.Il progetto vede gli scrittori impegnati nella creazione di un dialogo su un blog, un soggetto privilegiato di indagine dell'intero progetto, per dare vita a una storia. Gli attori e il regista interpretano il dialogo e realizzano una serie di episodi. Il pubblico, giorno per giorno, può leggere il dialogo sul blog. 

Abbiamo iniziato il prgetto facendo dei ''giochi'' di presentazione, che ci hanno aiutato a lavorare sulla collaborazione di gruppo. Successivamente ci siamo divisi in due gruppi e abbiamo iniziato a dare forma alla trama della nostra storia, partendo dall'immagine del bar della scuola in una giornata di pioggia. Infine, dopo aver scritto e sistemato la redazione, abbiamo registrato le voci e filmato la scena. 



Pietro Babina/progetto eco:  http://vimeo.com/46444531



REDAZIONE PROGETTO ECO / IVD LICEO ARTISTICO G. PASCOLI BOLZANO


personaggio 1 
Mai un raggio di sole in questa città. Cosa ci facciamo qui? Non dovevamo essere già partiti ?
personaggio 2
Mi piace la pioggia, rende tutto così tranquillo…
personaggio 1 
La pioggia rende tutto più tranquillo, ma noi non abbiamo più il tempo di esserlo.
personaggio 2
Non sono più sicura di voler partire.  Non voglio scappare, forse possiamo ancora sistemare le cose.
personaggio 1 
Non si possono più sistemare! Ormai è fatta.
Pensavo fossi convinta. Ne abbiamo parlato per tanto tempo…
 Qui non abbiamo più nulla.
personaggio 2 
Scappare non è la soluzione, sarebbe come arrendersi, buttare via tutto quello in cui abbiamo creduto, che fine ha fatto il tuo coraggio? 
Questa storia ti ha cambiato profondamente.
Pensa a Frank, anche lui è coinvolto.
personaggio 1 
Amore sai benissimo che Frank è morto. 
personaggio 2 
Perché mi chiami amore? sei solo un ragazzino.. Nessuno può essere sicuro che Frank sia morto e anche se fosse, non possiamo scaricare tutte le colpe su di lui…
Personaggio1 
Guarda, cosa mi dici di questo?
Personaggio 2 
Ma.. ma come..quand’è successo.. di quand’è il giornale?
Aspetta…
é Frank…
Personaggio1 
Non dire cazzate! Dammi quello stupido telefono!
Pronto…
Chi sei? Cosa vuoi? …
Personaggio 2 
Cosa dice..dov’è.. Perchè quella faccia…
voglio sentire anche io.. metti il vivavoce..
Personaggio 1 
Pronto? ….. Pronto?
Hanno riattaccato.
Aspetta un attimo…
qui tutti i numeri sono stati salvati sotto il nome di Frank! 
Margaret
Certo qual’ è il problema ?
Personaggio1
Poteva essere chiunque…
Margaret
Non sono pazza !Sai perfettamente che Frank cambia spesso numero di telefono!

Personaggio 1
Ne ho abbastanza di questa storia. Io parto… qui c’è il tuo biglietto.
Sai dove trovarmi.
(le da un biglietto Londra New York)
Margaret
Penso che tu mi stia nascondendo qualcosa. 
Personaggio 1
 È difficile da spiegare, non preoccuparti capirai tutto.
Margaret
Verrò comunque via con te. 
Personaggio 1
Allora andiamo !

Margaret
Troviamoci in aereoporto .Prima devo passare dal mio appartamento. 

Personaggio 1
È meglio non dividersi, ti accompagno.

Margaret
Non so se fidarmi.
Personaggio 1
Devi fidarti!
Taxi!


lunedì 22 aprile 2013

leibniz

Gottfried Wilhelm von Leibniz  è stato un matematico, filosofo, scienziato, logico, glottoteta, diplomatico, giurista, storico, magistrato e bibliotecario tedesco di origine serbo-lusaziana.
A lui si deve il termine "funzione" (coniato nel 1694) che egli usò per individuare varie quantità associate ad una curva, tra cui il suo valore, la pendenza, la perpendicolare e la corda in un punto. A Leibniz, assieme a Isaac Newton, vengono generalmente attribuiti l'introduzione e i primi sviluppi del calcolo infinitesimale, in particolare del concetto di integrale, per il quale si usano ancora oggi molte delle sue notazioni. È considerato un precursore dell'informatica e del calcolo automatico: fu inventore di una calcolatrice meccanica detta appunto Macchina di Leibniz.
Dotato di notevole intelligenza e memoria, a dodici anni conosceva perfettamente il latino, lingua in cui erano scritti molti dei libri della ricca biblioteca personale del padre, docente di etica all'Università di Lipsia perso quando aveva sei anni, grazie alla lettura in particolare di Tito Livio. A quindici entrò all'Università di Lipsia: conseguì poi la laurea in filosofia a diciassette anni all'università di Altdorf e nel 1666 il dottorato in giurisprudenza sempre ad Altdorf.
Nel 1673 Leibniz presentò alla Royal Society di Londra la calcolatrice meccanica effettivamente in grado di eseguire moltiplicazioni e divisioni. L'innovazione principale rispetto alla pascalina e alla calcolatrice di Schickard (peraltro ignota all'epoca), che erano essenzialmente delle addizionatrici, fu l'introduzione del traspositore. Questo meccanismo permetteva di memorizzare un numero per sommarlo ripetutamente. L'invenzione gli fruttò l'ammissione alla Royal Society, ma non ebbe immediata applicazione per le difficoltà costruttive, all'epoca insormontabili. Solo nel 1820 Xavier Thomas de Colmar riuscì a produrre l'aritmometro (la prima calcolatrice commerciale) basato su un progetto quasi identico. Il cilindro traspositore di Leibniz, sia pure modificato, fu poi l'elemento principale di molte calcolatrici successive, fino alla Curta.
Un'altra grande intuizione di Leibniz fu il primo tentativo di costruire una calcolatrice che utilizzava il sistema numerico binario, peraltro già introdotto da Juan Caramuel. La macchina funzionava con delle biglie. La presenza o meno di una biglia in una posizione determinava il valore 1 o 0. Anche questa idea non ebbe un seguito immediato e si dovette attendere George Boole nell'Ottocento e lo sviluppo dei calcolatori elettronici perché venisse ripresa e sviluppata. Intorno al 1670 fu tra i due pionieri del calcolo infinitesimale: in base ai suoi appunti, un importante punto di svolta nel suo lavoro avvenne il 17 aprile 1675, quando riuscì ad utilizzare per la prima volta l'integrale per trovare l'area dell'insieme di punti delimitato dalla funzione y=x e l'asse delle ascisse. Ebbe quindi una celebre disputa con Newton in merito all'attribuzione della scoperta.
Egli introdusse diverse notazioni usate nel calcolo fino ai giorni nostri, ad esempio il segno dell'integrale ∫ che rappresenta una S allungata (dal latino summa) e la d usata per i differenziali (dal latino differentia). Leibniz pensava che i simboli fossero molto importanti per la comprensione delle cose. Egli cercò di sviluppare un "alfabeto del pensiero umano" (da lui chiamato characteristica universalis), nel quale cercò di rappresentare tutti i concetti fondamentali usando simboli, e combinando questi simboli per rappresentare pensieri più complessi, senza però mai giungere ad una conclusione di questo ambizioso programma.
Il suo contributo filosofico alla metafisica è basato sulla Monadologia, che introduce le Monadi come "forme sostanziali dell'essere". Le Monadi sono delle specie di atomi spirituali, eterne, non scomponibili, individuali, seguono delle leggi proprie, non interagiscono, ma ognuna di esse riflette l'intero universo in un'armonia prestabilita. Dio e l'uomo sono anche monade: le monadi differiscono tra loro per la diversa quantità di coscienza che ogni monade ha di sé e di Dio al suo interno.

giovedì 24 gennaio 2013

protesta scolastica 2013

 Laura Ciccarese:



Scuola, aumento ore lezioni: la protesta degli insegnanti

Per gli insegnanti, a farne le spese saranno soprattutto gli alunni


In questi giorni si sta consumando quasi nell’indifferenza generale e senza un adeguato risalto una questione sconcertante: mi riferisco alla pretesa del governo di aumentare di imperio da 18 a 24 e a parità di stipendio, il numero di ore di lezione frontale degli insegnanti di medie e superiori dal prossimo anno.
Prima di entrare nel merito della questione, invito a leggere il comma 45 dell’articolo 3 del DDL di stabilitàche disciplina la questione:
45. Le disposizioni di cui ai commi dal 42 al 44 non possono essere derogate dai contratti collettivi nazionali di lavoro. Le clausole contrattuali contrastanti sono disapplicate dal 1° settembre 2013”.
…Ce n’è abbastanza per protestarvi sopra un mese. Neanche Marchionne ha osato tanto a Pomigliano e non credo di sbagliare se penso che questo provvedimento farà da apripista ad altri successivi atti vandalici.
I dati (Fonte Eurydice 2011) mostrano come i docenti italiani siano perfettamente in linea con i colleghi europei. Chiaramente, stiamo parlando delle sole ore di lezione frontale che per essere erogate richiedono ore e ore di lavoro pomeridiano, spesso ignorato dai non addetti ai lavori: preparazione delle lezioni con raccolta di materiali in forma cartacea e digitale, preparazione di attività di laboratorio, preparazione e correzione delle verifiche e di parte degli elaborati svolti a casa, redazione di relazioni di programmazione per disciplina e per i consigli di classe, compilazione di moduli e richieste per le tante diverse necessità (DSA, libri di testo, acquisto materiali, richieste di visite didattiche), aggiornamento professionale e normativo ecc.
A ciò si deve aggiungere il tempo per il ricevimento dei genitori, per riunioni varie, scrutini, consigli di classe, il tempo per sbrigare le inevitabili pratiche della burocrazia scolastica (archiviazione dei compiti in classe, compilazione di registri, schede e pagelle, redazione e invio di comunicazioni scritte alle famiglie, telefonate per avvertire i genitori di alunni troppo assenti e/o in difficoltà, eventuali colloqui col dirigente, con assistenti sociali, con psicologi, con referenti di progetti…) e spesso tutto quel tempo non quantificabile in cui un professore resta a parlare (come un padre o una madre, a volte) in colloqui individuali con un alunno in difficoltà (non solo scolastiche), o in cui docenti si trattengono, (informalmente ma non per questo meno necessariamente), a discutere le tante situazioni e comportamenti problematici dei loro 80 o 140 o 200 o più alunni. Di somma in somma, arriviamo, a tenerci stretti, a 36-38 ore di lavoro (non lezione, ma lavoro sì: è chiara la differenza?).
E sia chiaro che sia il far lezione sia tutto il resto non è battere i timbri in ufficio, o scaldare la sedia, o premere un pulsante. E’ dimostrato da studi autorevoli che il lavoro degli insegnanti è usurante e soggetto a rischio di burnout; gli insegnanti hanno maggiore probabilità di ammalarsi di depressione e di fare uso di psicofarmaci.
Aumentando da 18 a 24 le ore di lezione frontale, aumenteranno il numero di classi e quindi di alunni da seguireSaranno loro, gli alunni, le prime vittime di questa (indegna) proposta di legge: noi docenti, inevitabilmente, faremo peggio. Tante cose, nella gestione del nostro lavoro, si dovranno rivedere: certamente ci saranno meno verifiche, meno argomenti di studio, meno attività didattiche, meno progetti, meno laboratori, meno uscite scolastiche, meno approfondimento e aggiornamento, meno disponibilità all’ascolto dei ragazzi, all’osservazione dei loro comportamenti e progressi, meno attenzione alle loro necessità. Forse sarà difficile anche solo ricordare i nomi dei nostri alunni. In sostanza, didattica di minore qualità (a meno che Profumo non trovi il modo di aumentare per DDL anche la durata del giorno terrestre).
Certo, non so come l’Italia possa sperare in un futuro migliore se attribuisce così poco valore al lavoro di quei docenti a cui il Paese affida, con l’educazione dei giovani, proprio il suo futuro.
Monti e Grilli dicono che qualunque cambiamento nel DDL di stabilità, deve essere fatto a saldi invariati (sottolineando così che il problema è quasi irrisolvibile)…. bene, con l’aumento da 18 a 24 ore il governo intende risparmiare per l’anno scolastico 2012/2013 circa 180 milioni, contemporaneamente ha scelto di destinare, per lo stesso anno, alle scuole private 223 milioni di euro…
io un’idea su come modificare il DDL a saldi invariati, a questo punto ce l’avrei…

istruzione in Italia

ISTRUZIONE IN ITALIA


L'istruzione in Italia è regolata dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca con modalità diverse a seconda della forma giuridica (scuole pubbliche, scuole paritarie, scuole private). La formazione professionale dipende invece dalle regioni.
Nel complesso, almeno stando alla legislazione di riforma in vigore, si passa da un obbligo scolastico che termina a 17 anni, ad un diritto-dovere, o obbligo formativo, che dura fino al diciottesimo anno d'età.

2½~44~55~66~77~88~99~1010~1111~1212~1313~1414~1515~1616~1717~1818~1919~2020~2121~2222~2323~24
Istruzione prescolasticaIstruzione primariaIstruzione secondariaIstruzione superiore
(I)(II)(III)IIIIIIIVVVIVIIVIIIIXXXIXIIXIIIIIIIIIIVV
Scuola dell'infanziaScuola primariaScuola secondaria di I gradoLicei- Università
- Alta formazione artistica, musicale e coreutica
- Istituti tecnici superiori[3]
Istituti tecnici
Istituti professionali

Il sistema scolastico italiano è strutturato in tre cicli di istruzione:
  • l'istruzione primaria, che comprende la scuola primaria, di durata quinquennale.
  • l'istruzione secondaria, che comprende la scuola secondaria di primo grado (ex scuola media inferiore) di durata triennale, e la scuola secondaria di secondo grado (ex scuola media superiore) di durata quinquennale.
  • l'istruzione superiore, che comprende l'università, l'alta formazione artistica, musicale e coreutica e la formazione professionale.
Va però sottolineato che ministerialmente si tendono a dividere il sistema d'istruzione in soli due cicli: il primo ciclo che comprende l'istruzione primaria e quella secondaria di primo grado, e il secondo ciclo che comprende l'istruzione superiore di secondo grado.

La scuola secondaria di secondo grado, in precedenza scuola media superiore, rappresenta il secondo grado del ciclo di istruzione secondaria. Alla scuola secondaria superiore si accede dopo il conseguimento della licenza di scuola media al termine della scuola secondaria di primo grado.
La scuola secondaria di secondo grado è divisa in tre tipologie di istituti: licei, istituti tecnici, istituti professionali.
Per liceo si intende una tipologia di scuola superiore di secondo grado il cui obiettivo è quello di formare lo studente in ambito accademico e di prepararlo alle università ed istituzioni di terzo grado, piuttosto che immetterlo direttamente nel lavoro.
Il nome di Liceo ricorda il Liceo di Aristotele, fondato nel 336 a.C. dal filosofo greco, il cui nome deriva a sua volta dalla dedica ad Apollo Licio.
Ogni liceo ha una durata di cinque anni, diviso in biennio e triennio. I sei licei previsti dalla Riforma Gelmini sono i seguenti:
  • liceo artistico (6 indirizzi nel triennio)
  • liceo classico (indirizzo unico)
  • liceo linguistico (indirizzo unico)
  • liceo musicale e coreutico (due indirizzi)
  • liceo scientifico (due indirizzi)
  • liceo delle scienze umane (due indirizzi)
Nel corso della storia alcuni licei sono stati introdotti ed unificati ed altri soppressi, tranne il liceo classico, in cui lo studio della lingua straniera è stato esteso dai primi due anni a tutti e cinque.



giovedì 6 dicembre 2012